CORTONA

Cortona ([korˈtoːna]) è un comune italiano di 22 526 abitanti in provincia di Arezzo, principale centro culturale e turistico della Val di Chiana aretina. La superficie del territorio comunale è la quarta più estesa della Toscana (la seconda escludendo i capoluoghi di provincia) e la 29ª in Italia. Antica lucumonia facente parte delle dodecapoli etrusca, è situata a sud della provincia di Arezzo ed a sud-est della regione Toscana, al confine con la regione Umbria. Le notizie dell'Alto Medioevo cortonese non sono molto chiare riguardo al ruolo della città durante la diffusione del cristianesimo. Infatti non è stato possibile stabilire se Cortona sia stata o meno sede vescovile. In seguito, è stata comunque sottoposta alla curia di Arezzo. Dal XIII secolo in poi la città è un libero comune, governato da un podestà, che si allea con Perugia per difendersi dagli Aretini durante le lotte tra guelfi e ghibellini. Lo scontro tra guelfi e ghibellini caratterizza la storia duecentesca di Cortona. Nel 1232, alleati con i Fiorentini, i Cortonesi occupano la città rivale. Nel 1258 Cortona viene però occupata e saccheggiata dall'esercito aretino, aiutato dagli stessi guelfi cortonesi. Tre anni dopo i ghibellini di Cortona riprendono la città, grazie all'alleanza stretta con Siena. Nel XIV secolo, il pontefice Giovanni XXII decide di conferire lo status di diocesi a Cortona, compresa l'impossibilità di convivenza della città con il vescovado aretino. Fino agli inizi del Quattrocento la città è affidata ai Casali, cui si deve l'omonimo palazzo.[9] Dal XV secolo al XIX secolo Nel secolo XV Cortona entra a far parte della Repubblica fiorentina e ne diviene una cittadina importante dal punto di vista militare in quanto punto cruciale della sua difesa, ma nel 1509, dopo un secolo di tranquillità, finisce nel mezzo della guerra tra l'esercito spagnolo e Firenze, subendo l'assalto del principe Filiberto d'Orange, onde Cosimo I de' Medici decide la costruzione della fortezza del Girifalco nel 1549 e Cortona diviene anche sede di un capitanato. Nel secolo XVI a Cortona il Rinascimento fiorentino fiorisce nelle opere d'arte degli artisti Luca Signorelli e Pietro Berrettini e nei monumenti dell'architetto senese Francesco di Giorgio Martini. el 1737, con la morte di Gian Gastone de' Medici, in sostituzione dell'estinta dinastia medicea, subentrano gli Asburgo-Lorena come Granduchi di Toscana, che opereranno imponenti bonifiche alla campagna cortonese col miglioramento delle infrastrutture civili. Nel 1727, nasce, per opera dei fratelli Venuti (Marcello, Filippo e Ridolfino), l'Accademia Etrusca, quale centro di ricerca ante litteram della civiltà etrusca, che per la sua innovatività richiama l'attenzione degli intellettuali di mezza Europa - l'Accademia di Cortona cura poi l'edizione italiana di opere di ampio spessore come il Dizionario Enciclopedico di Diderot - come Voltaire, Muratori, Pallottino ed il grande archeologo-storico delle civiltà antiche Winckelmann. Successivamente la città di Cortona conoscerà nuovamente la violenza quando le truppe di Napoleone nell'anno 1799, tentarono di occuparla. Cortona, quindi, restituita alGranducato di Toscana, si ribellerà anche a questo partecipando attivamente ai moti risorgimentali conclusisi col Plebiscito del 1860, in cui i cortonesi sanciscono la loro definitiva appartenenza all'Italia unita.[10] Dagli inizi del XX secolo alla seconda guerra mondiale el XX secolo, la Città - che dal punto di vista economico vive un momento di ordinato sviluppo, con la meccanizzazione delle campagne e, parallelamente, grazie al migliorato status sociale e finanziario, gode della valorizzazione dei suoi prodotti della terra, nonché della pregiata carne bovina di razza "chianina" - partecipa alle due tragiche guerre mondiali, pagando un alto tributo di sangue, coi suoi numerosi caduti. Il 27 giugno 1944 a Falzano, frazione del comune, un gruppo di soldati tedeschi operò una feroce rappresaglia in risposta all'uccisione di due loro camerati (e al ferimento di un terzo) avvenuta il giorno precedente da parte dei partigiani. Furono uccisi dieci civili, alcuni dei quali fatti saltare con dell'esplosivo dopo essere stati rinchiusi nelle rovine di una casa bruciata il giorno prima[11]. Il tenente della Wehrmacht Josef Sheungraber è stato riconosciuto colpevole del massacro e conseguentemente condannato all'ergastolo dal tribunale di Monaco di Baviera con una sentenza emessa il 10 agosto 2009, a 65 anni dalla strage; la sentenza di condanna tedesca segue quella precedentemente emessa dal Tribunale militare di La Spezia nel 2006[12] Così, malgrado la scempio nazista che la vede vittima della suddetta storica e sanguinaria rappresaglia, Cortona, miracolosamente risparmiata dai bombardamenti, scioglie il voto del suo vescovo che incarica il pittore Gino Severini d'elaborare le stazioni della via crucis in sinergia col mosaicista Romualdo Mattia. I lavori, espressione della cultura cubista e futurista della prima metà del secolo, sono visibili seguendo la via che parte da porta Berarda per raggiungere il santuario della Patrona, Santa Margherita.

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